Ocre è uno degli 11 centri abruzzesi che hanno aderito al progetto LAB8. I primi insediamenti del borgo risalgono al XIII secolo quando venne costruita la fortezza che fungeva da castello fortificato per proteggere la sottostante città romana di Aveia, oggi Fossa. L’attuale centro è composto dalle frazioni di Cavalletto, San Felice, San Martino, San Panfilo d’Ocre, Valle che si sviluppano vicino al borgo fortificato di Ocre, posto sulla sommità del Monte Circolo, in posizione dominante sulla sottostante vallata.
Ad Ocre, sorge il castello che nel 1254 partecipò alla fondazione de L’Aquila assieme ad altri 99 castelli, occupando una parte del Quarto di San Giorgio. Nel 1254 venne citato, col nome di “Cassari Castro”, tra quelli che venivano salvati dalla distruzione decisa per tutti i castelli della zona per favorire la fondazione della città dell’Aquila, perché di proprietà dal cancelliere di corte Gualtieri.
Nel frattempo si espanse non lontano dal castello, in direzione dell’Aquila, il borgo di Villa San Panfilo, dove sorse anche un convento di monaci.
Il convento francescano di Sant’Angelo è posizionato su uno sperone di roccia del monte Circolo al di sopra della chiesa di Santa Maria ad Cryptas di Fossa. Realizzato nel 1409 come monastero di monache benedettine, venne affidato da papa Sisto IV ad una comunità dell’ordine dei Frati Minori.
A seguito di un lungo periodo di decadenza, durante il quale venne trasformato anche in lazzaretto, il convento fu soppresso nel 1860 per essere successivamente riaperto agli inizi del XX secolo ed è stato tenuto dai frati Francescani fino al 2009.
L’interno, purtroppo attualmente inagibile, presenta un chiostro porticato su quattro lati, abbellito da 23 lunette dipinte a tempera che illustrano la vita di S. Antonio da Padova.
Numerosi dipinti ospitati nella chiesa sono attualmente conservati presso il Museo nazionale d’Abruzzo.
Nella frazione di San Martino, la chiesa di S.Martino ha un aspetto quattrocentesco, con riferimenti al barocco internamente. La facciata è preceduta da un piccolo portico a due arcate e tagliata a sinistra dal robusto campanile a torre. L’interno a navata unica conserva tra le tele di maggior pregio la Deposizione di Giuseppe Donati e quella dell’Addolorata tra i santi Emidio, Antonio abate e Antonio da Padova.