Caere

L’antica Caere etrusca nel suo periodo di massima fioritura si estese per circa 150 ettari arrivando a contare oltre 20.000 abitanti. Fin dalle origini Caere ebbe un ruolo primario di gestione delle rotte commerciali marittime sul Tirreno, che la portò a duri contrasti con le città greche interessate anche loro ad estendere la loro area di influenza commerciale sul bacino occidentale del Mediterraneo. Celebre è la battaglia del Mare Sardo, vinta nel 540 a.C. dai Ceriti insieme ai Cartaginesi, sui Greci di Focea, intenzionati a fondare una loro colonia in Corsica. I porti di Caere (Pyrgi e Alsium) furono le basi di questo espansionismo marittimo e per questo motivo, nel 384 a.C., i due porti furono attaccati e saccheggiati dai siracusani, decretando l’inizio di quella fase di declino del dominio marittimo ceretano che portò, nel IV secolo a.C., la città nell’orbita di Roma.

Nei periodi di apogeo Caere crebbe a tal punto in floridezza culturale e potenza che il suo territorio stesso era molto esteso: dalla foce del Mignone fino a quella dell’Arrone, lambendo verso l’interno da un lato la valle tiberina e dall’altro il lago di Bracciano, compresi i Monti della Tolfa con i ricchi giacimenti metalliferi.

Caere fu l’unica città etrusca a possedere un thesauròs (piccolo sacello) nel santuario greco a Delfi dedicato ad Apollo, il che significa il suo stretto legame con il mondo ellenico. 

Nella più tarda fase della conquista romana Caere, a differenza delle altre città etrusche, sembrò a tratti mostrare un atteggiamento più consenziente nei confronti della nuova potenza. Neanche la guerra tra Roma e Veio, conclusa nel 396 a.C. con la sconfitta di quest’ultima, sembrò nell’immediato guastare i rapporti amichevoli che intercorrevano tra Caere e Roma, tanto che, quando nel 390 a.C. irruppero i Galli, i Romani scelsero di mettere al sicuro le loro sacre reliquie proprio nella metropoli etrusca. In quell’occasione le fu conferita la civitas sine suffragio, ossia la cittadinanza romana senza diritto di voto.