La prossima location che ospiterà EGA per la presentazione di Mi Rasna sarà il Museo archeologico e d’Arte della Maremma, a Grosseto, giorno 30 agosto ore 18.
L’edificio si articola su tre piani divisi in cinque sezioni e quaranta sale in quello che nell’Ottocento era il Palazzo del Vecchio Tribunale. Il percorso espositivo è stato pensato per ospitare reperti che raccontino tutta la storia della Maremma; dalla preistoria, al periodo etrusco, alla conquista romana e al Medioevo, fino poi all’età moderna attraverso documenti sia di archeologia che di arte.
La prima sala è dedicata ai reperti superstiti del primo Museo Civico di Grosseto, acquistati in Toscana e a Roma nel 1860 dal suo fondatore: il Canonico Giovanni Chelli (Siena 1809- Grosseto 1869). I pezzi più pregiati sono costituiti da urne cinerarie etrusche provenienti da Volterra e Chiusi, quest’ultime rintracciate da Alessandro Françoise nel 1856, in località Il Colle e La Pellegrina e poi giunte a Grosseto tramite uno degli antiquari più importanti dell’epoca, Federico Sozzi. Il pezzo sicuramente più rilevante è una ciotola in bucchero con alfabeto graffito di VI secolo a.C., di provenienza incerta (Roselle?) ma presente nel museo sin dal 1875.
Le sale successive, dalla 2 alla 12, ripercorrono la storia del centro di Roselle. Il percorso inizia dalla sala 2 nel quale vengono illustrati i caratteri generali dell’insediamento e la sua evoluzione fino ad epoca arcaica. Si prosegue poi le abitazioni di età orientalizzante e arcaica e con le necropoli circostanti risalenti al periodo villanoviano e arcaico. L’esposizione arriva a toccare la fase ellenistica e la conquista e la romanizzazione di Roselle. Le ultime sale, sono infine dedicate alla città in epoca imperiale con reperti della cultura materiale, iscrizioni, statue, parti di decorazione architettonica. L’ultima sala, documenta le ultime fasi di vita della città prima del definitivo abbandono.
L’archeologia della Maremma, invece, viene presentata nel percorso successivo: sale 13-23. L’arco cronologico è molto vasto e va dalla preistoria al medio e tardo Impero romano. Tanti sono i reperti e tanti i siti archeologici (Vetulonia, Pescia Romana, Isola del Giglio, Monte Amiata, Marsiliana, Poggio Buco). Di particolare interesse l’approfondimento del tema traffici marittimi durante il periodo romano. Alla collezione di anfore e ancore si affianca la ricostruzione del relitto africano di Giglio Porto a cui è dedicato uno spazio espositivo particolare.

Satuetta di Bes di faȉance, Vetulonia, Località Pietre Bianche, Sagrona, Pietrera, scavi 1907, VIII secolo a.C.
Alle collezioni e donazioni private viene dedicata un’intera sala, la 23. Il percorso è stato organizzato per classi di oggetti inserite in vetrine, in modo tale da richiamare gli antiquari ottocenteschi.
Dal 1975 il Museo Diocesano è unito al Museo Archeologico quando il Vescovo con il Capitolo della Cattedrale, la Soprintendenza dei Beni Artistici e il Comune trovarono un accordo per il deposito e l’esposizione delle opere di arte sacra della Diocesi all’interno del Museo Civico.
Alla fase medievale viene dedicata una specifica sezione a partire dalle sale 35-40. Reperti altomedievali, per lo più da aree cimiteriali che documentano la presenza di abitati nel territorio di Roselle.
Il nucleo più importante di reperti proviene dal centro di Grosseto, dagli scavi del 1978 nel cassero trecentesco inglobato nel ‘500 nelle mura medicee. In esposizione anche reperti casuali ed elementi architettonici trovati all’interno del centro storico.
Il percorso si conclude con ritrovamenti di età medievale e moderna da altri centri della Maremma e infine l’ultima sala espone oggetti della collezione del vecchio Museo Civico.
Info: https://maam.comune.grosseto.it/